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Osservazioni dell’Alleanza per il Clima Italia sulla strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici

news_27.01.2014Alleanza per il Clima Italia ha partecipato alla consultazione pubblica sulla Strategia Nazionale di Adattamento che permetteva di revisionare il documento online fino al 20 gennaio 2013. Segue il testo complessivo che punta sul ruolo degli enti locali e lo sviluppo di strumenti online partendo dall’esempio della Germania. La strategia italiana deve garantire che l’adattamento ai cambiamenti climatici venga percepito come una parte importante della politica climatica e cruciale per uno sviluppo territoriale capace di futuro. Poiché l’adattamento è una questione che riguarda soprattutto l’ambito locale, nel valutare gli impatti climatici futuri devono essere attentamente considerati i vincoli finanziari, le carenze informative e la mancanza di risorse in generale. Le reti di enti locali e le organizzazioni che operano a livello transfrontaliero, come l’Alleanza per il Clima, possono contribuire a creare un legame tra la strategia globale dell’UE, quella nazionale e le esigenze locali.

Anche se l’adattamento è in larga parte una questione locale, il livello nazionale ha una forte capacità di portare avanti l’agenda di adattamento attraverso la sensibilizzazione, l’integrazione delle questioni climatiche all’interno delle nuove iniziative politiche e di quelle già esistenti, oltre che con il sostegno alla costruzione di progetti concreti per la ricerca e l’innovazione in questo campo. Di seguito alcuni suggerimenti basati su tre questioni di primaria importanza:

1. Lo sviluppo di un quadro politico e di mercato per l’adattamento

La strategia nazionale deve consolidare l’azione di adattamento, aumentandone il potere. Possono risultare necessari dei requisiti legislativi per garantire un’azione efficace in tutto il paese. Un quadro giuridico dovrebbe, infatti, garantire che l’adattamento venga messo all’ordine del giorno, con la flessibilità necessaria per affrontare i problemi regionali, locali e settoriali.

a) I piani nazionali di adattamento dovrebbero porre l’accento in maniera esplicita sulla creazione di un terreno comune tra mitigazione e adattamento creando così strategie coerenti e integrate fra loro. È importante garantire la coerenza delle varie politiche e i necessari collegamenti con gli altri piani nazionali pertinenti, come quelli per l’efficienza energetica e sulle fonti energetiche rinnovabili. Inoltre, nel momento in cui questi piani vengono elaborati la collaborazione tra il livello nazionale e le amministrazioni regionali e locali dovrebbe essere rafforzata.

b) Le attuali politiche nazionali che influenzano le scelte di pianificazione dovrebbero essere modificate per fare in modo che accolgano in maniera adeguata le questioni della mitigazione e dell’adattamento. Tali politiche, ad esempio la strategia energetica nazionale, dovrebbero essere riviste in modo da includere in maniera esplicita gli obiettivi di adattamento e di mitigazione, rafforzando la base di conoscenze e sostenendo il processo decisionale. È incoraggiante vedere come tra le posizioni di governo a livello nazionale stia crescendo l’interesse per le vulnerabilità delle aree urbane. Ciò dovrebbe essere analizzato dalle autorità locali che operano nelle aree urbane con l’idea di riunire i vari casi di studio, e le scelte di adattamento, sul modello della banca dati della piattaforma europea di adattamento del clima.

Nonostante gli strumenti per impostare le strategie – come l’elenco delle misure pertinenti e delle migliori pratiche – siano parzialmente disponibili, le strategie di adattamento e i piani d’azione a livello locale e regionale non sono ancora molto diffusi. Esempi di tali strumenti in Germania sono il “Klimalotse”, una guida on-line sull’adattamento per i comuni e le imprese, lo “Stadtklimalotse”, un sistema di supporto decisionale per la scelta e l’attuazione delle misure, o il “Tatenbank”, una vera e propria raccolta di buone pratiche. Molti esempi di strategie di adattamento tedeschi dimostrano che i problemi di mitigazione e adattamento sono collegati l’uno all’altro. Questo è quello che risulta ad esempio dai lavori di Francoforte che sono stato presentati recentemente a Bologna (vedi: https://www.climatealliance.it/downloadbis/Dannert_29112013.pdf)

2. I relativi programmi di finanziamento dell’UE (per esempio i Fondi strutturali e LIFE) dovrebbero essere integrati con i fondi nazionali al fine di:

a) Migliorare la conoscenza in tutti gli Stati membri dell’UE dell’impatto a livello regionale dei cambiamenti climatici, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sulla necessità di adeguarsi e di creare le basi per valutare le vulnerabilità e la capacità di adattamento a livello locale (Finanziamento di progetti climatici complessi e integrati).

b) Contribuire a sviluppare strumenti pratici che possano aiutare i soggetti decisori nelle loro scelte di pianificazione, dove non ancora disponibili, e per migliorare ulteriormente e diffondere gli strumenti esistenti; promuovere uno scambio per valutare e definire ciò che è un rischio accettabile, così come per stabilire in che maniera individuare meglio i diversi usi del suolo. Gli strumenti sviluppati nell’ambito del progetto AMICA*, insieme a quelli sopra citati, possono servire come buoni esempi da seguire.

c) Agevolare una migliore comprensione delle strategie di adattamento locali e regionali esistenti; dare indicazioni su come sviluppare tali strategie, accrescere la possibilità da parte delle autorità locali italiane di scambiare esperienze riguardo le proprie strategie di adattamento, e aumentare il sostegno delle reti delle autorità locali europee su questo tema.

d) Aiutare i comuni a fare uso degli strumenti esistenti, a elaborare strategie integrate per la protezione del clima e per l’adattamento ai cambiamenti climatici e ad attuare le misure di base. Infine, il governo italiano dovrebbe anche far accrescere la consapevolezza degli impatti concreti del cambiamento climatico nel sud, ad esempio di quello sulla vita dei popoli indigeni. L’Italia dovrebbe anche finanziare le attività di adattamento nei paesi in via di sviluppo, in quanto questo sarà in gradi di fornire la sicurezza globale in termini di risorse e impatti di migrazione che il cambiamento climatico potrebbe causare.

3. Lavorare insieme agevolando la cooperazione tra il livello nazionale, regionale e locale e gli altri attori

Come accennato in precedenza, lo scambio di esperienze e la condivisione di know-how tra le autorità locali risulta fondamentale. Tuttavia, dovrebbe anche essere incoraggiata la condivisione di conoscenze e know-how, in materia di adattamento, tra i diversi livelli di governo nazionale, regionale e comunale. Ciò potrebbe in parte essere fatto tramite progetti, ma anche potenziando il lavoro della piattaforma europea di adattamento attraverso l’invito da rivolgere alle parti interessate a discutere e sviluppare suggerimenti politici su questioni di adattamento rilevanti. Le autorità locali devono sentirsi autorizzate e assoldate da chi opera a livello nazionale. Infine, il monitoraggio e la valutazione dei progressi dei meccanismi di adattamento – e della loro efficacia – è anche un elemento importante della strategia complessiva. Il governo nazionale deve basarsi sulle iniziative esistenti al fine di garantire la trasparenza dei progetti di adattamento, nonché un’adeguata diffusione dei risultati del progetto. Ad esempio, i progetti esistenti relativi all’adattamento nelle città e nelle aree urbane potrebbero essere raccolti e presentati in un unico portale web. Questo permetterebbe una migliore comunicazione delle linee guida esistenti e degli esempi sulle strategie di adattamento locale.

*AMICA: Adattamento e Mitigazione – un approccio integrato alle politiche climatiche. Nel 2007 Alleanza per il Clima ha concluso un progetto sull’adattamento, all’interno del programma INTERREG IIIC, intitolato AMICA (Adattamento e Mitigazione – un approccio integrato alle politiche climatiche). Il progetto è stato realizzato intorno alla collaborazione di un gruppo di città e governi regionali, tutti vittime di eventi meteorologici estremi che si sono verificati negli ultimi anni. Questo è stato uno dei primi progetti incentrati sull’adattamento e sull’attuazione di misure di adattamento a livello locale e regionale.

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