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San Benedetto del Tronto aderisce a Mayors Adapt

news_01.10.2014Il primo Comune italiano di Climate Alliance, rete europea di 1700 enti locali, ad aderire a “Mayors adapt”, l’iniziativa europea per l’adattamento al cambiamento climatico, è la città marchigiana di San Benedetto del Tronto. Il consiglio comunale, nella sua seduta del 12 giugno 2014, ha deliberato l’adesione all’iniziativa che unisce gli enti locali dei 28 stati membri per affrontare la nuova sfida dell’adattamento ai cambiamenti climatici a livello locale.

“L’adesione del Comune di San Benedetto del Tronto a Mayors adapt ci offre l’opportunità di collaborare a livello europeo sui nuovi problemi che si presentano oggi con la necessità di adattarsi ai cambiamenti climatici” hanno dichiarato in modo congiunto il Sindaco Giovanni Gaspari e l’Assessore Paolo Canducci del Comune di San Benedetto del Tronto, proseguendo: “Cercheremo soprattutto lo scambio in Europa con altre realtà marittime che devono affrontare problematiche paragonabili rafforzando, al contempo, la collaborazione con i comuni limitrofi per rendere insieme la nostra costa e i nostri territori pronti ad affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici, ma anche a cogliere le opportunità che si offrono attraverso le misure da prendere.”

news_01.10.2014(2)Abbiamo intervistato l’Assessore all’Ambiente Paolo Canducci chiedendo quali siano i problemi che hanno spinto l’Amministrazione comunale di San Benedetto del Tronto a intervenire oggi in termini di adattamento e quali gli obiettivi a breve e lungo termine che egli si è prefisso.

Quali sono le priorità d’azione del Comune di San Benedetto del Tronto per quanto riguarda l’adattamento ai cambiamenti climatici?
I territori del Comune di San Benedetto del Tronto, in occasione di temporali di media e forte intensità, sono soggetti a fenomeni di allagamento con conseguenti disagi per la popolazione, per il traffico cittadino, per le attività commerciali e infine anche per il patrimonio edilizio esistente. Di conseguenza la pianificazione edilizia, secondo i principi di invarianza idraulica e resilienza, diviene prioritaria insieme al progressivo rifacimento degli impianti di raccolta delle acque meteoriche.

Secondo tali principi difatti la trasformazione del territorio non deve provocare un aggravio della portata di piena dei corpi idrici presenti e la portata al colmo di piena risultante dal drenaggio di un’area deve essere costante, prima e dopo la trasformazione dell’uso del suolo in quell’area. Obiettivo fondamentale è quello di essere in grado di far fronte in maniera positiva agli eventi più complessi, nella consapevolezza che una corretta gestione del territorio e del rischio a esso connesso sia più vantaggiosa ed economica del dover riparare i danni subiti.

Prevedete delle misure per la protezione delle coste?
Attualmente sono in corso attività mirate alla difesa della costa dai fenomeni di erosione costiera dovuti all’aumento del livello medio del mare, anche in relazione a fenomeni meteorologici estremi che si ripetono ormai ogni anno nei periodi invernali. Nello specifico si stanno progettando opere di difesa in prospicienza alle coste della Riserva Naturale Regionale Sentina, al fine di difendere anche un edificio storico vincolato dalla sovraintendenza che rischia di essere raggiunto dal mare (Torre sul porto epoca 1500 circa).

Il forte fenomeno di erosione costiera in situ è causato, oltre che dalle forti mareggiate, dalla presenza di un varco fra due diverse barriere rigide posizionate in mare (sul luogo è presente a nord l’interruzione della serie di barriere emerse posizionate lungo tutta la costa comunale e a sud, dopo alcune centinaia di metri un molo in prossimità della foce del fiume Tronto).

Conseguentemente, non essendo permesso dal piano di gestione della riserva il posizionamento di fronte alla stessa di barriere emerse, l’intervento prevede, a chiusura di tale varco, il posizionamento di una serie di piccoli isolotti a filo d’acqua che attraverso la loro forma permetteranno di gestire le correnti marine e gli apporti di materiale alla spiaggia in modo da evitare un ulteriore perdita di habitat protetti. Gli isolotti saranno realizzati con scogli e conseguentemente fungeranno da rifugio in mare anche per le specie ittiche presenti.

L’intervento, in fase di progettazione da parte dell’Università Politecnica delle Marche, rappresenta un nuovo approccio di gestione del fenomeno dell’erosione costiera ed è importante per la sua valenza sperimentale e per la sua replicabilità in altri territori con lo stesso tipo di problematiche.

Quali sono altri campi d’azione previsti da poter inserire all’interno del vostro piano di adattamento?
Altri campi d’azione previsti per la gestione delle problematiche relative all’adattamento ai cambiamenti climatici derivano da una analisi delle caratteristiche con cui la città si è formata nel tempo. Molti quartieri, grazie al boom economico degli anni passati che ha portato alla crescita esponenziale degli edifici nella periferia, sono cresciuti negli anni senza una vera e propria progettazione dello spazio comune e senza una concreta attenzione alla vivibilità delle aree e delle strade che ad esse conducono anche con risvolti socio-economici non positivi.

Difatti le superfici impermeabili (asfalto, cemento) oltre a sovraccaricare le reti drenanti durante le piogge intense, assorbono radiazioni solari e producono isole di calore; le ondate di calore che si manifestano nelle aree urbane prive di verde aumentano la richiesta di energia e acqua e conseguentemente comportano maggiori costi. Da questa premessa nasce l’esigenza di rifacimento degli impianti di raccolta delle acque meteoriche e quella di migliorare la gestione del verde pubblico e di riprogettare alcune aree del territorio comunale, in una ottica di riforestazione urbana, in quanto nelle zone più densamente abitate della città i viali alberati sono in grado di ridurre gli effetti delle isole di calore e di migliorare lo stile di vita dei cittadini.

Il piano di adattamento ai cambiamenti climatici verrà inserito all’interno del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (SEAP) o costituirà un documento a parte sul quale lavorare parallelamente?
La nostra idea è quella di stilare un documento che andrà ad integrare il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (SEAP) che attualmente non si occupa di adattamento ai cambiamenti climatici. Tale decisione deriva dal presupposto che tutta la programmazione inerente lo sviluppo del territorio comunale deve essere organizzata in modo organico con un obiettivo e metodi e tecniche di attuazione comuni, in modo da risultare di facile comprensione e attuazione. Di conseguenza solo l’integrazione di due documenti così importanti in un unico testo di riferimento, il più possibile snello e con indirizzi operativi concreti, può garantire un completo raggiungimento degli obiettivi che ci si è posti per la gestione futura del Comune di San Benedetto del Tronto.

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